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Opera all’Artigiano LAVORO, DIGNITA’, TEMPO

Lavoro Dignità Tempo Schio 23 giugno 2010
articolo a cura di 
Manuela Borriero e Giannico Gasparella

Lavoro: impiego di energia per il conseguimento di un fine determinato.

Dignità: rispetto di se stessi derivante dalla consapevolezza del proprio valore morale.

Tempo: a) tempo libero, disponibile fuori dal lavoro. b) nozione che organizza secondo un’idea di successione – evoluzione le vicende umane e naturali. (Dal Vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli)

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ALL’ARTIGIANO

L’opera di Gian Luigi Barcarolo rappresenta l’immagine di un essere umano, un artigiano, così come l’autore l’ha sentita e realizzata: con pensiero e linguaggio da vero artista dallo sguardo ampio e profondo, con materiali ed abilità di vero artigiano, autonomo e libero nell’azione non meno che nelle scelte che la guidano.

E’ realizzata con materiali che provengono dalla nostra terra di Schio: calce, terra e sabbia, quelle che, a piedi nudi, abbiamo calpestato fin da bambini.La compongono elementi che dicono con orgoglio le nostre origini:spighe e pannocchie,il mattone ed il ferro;non ci vogliamo dimenticare di chi ci ha preceduti: generazioni che hanno operato in silenzio, con concreta umiltà, magari allevando il baco da seta nel sottoscala o battendo il ferro rovente per costruire arnesi con cui lavorare altri materiali o, ancora, intagliando il legno e intrecciando fibre. Non vogliamo dimenticarci dei doni della natura, la nostra “Roxa”, intorno alla quale si sono raccolti e si raccolgono uomini,vita e lavoro.

LAVORO, DIGNITA’, TEMPO: questo il titolo, quasi un acronimo, che sintetizza il significato e indirizza la lettura dell’opera: il LAVORO dell’artigiano ha come strumenti le sue mani, qualunque attrezzo esse impugnino, qualunque materiale utilizzino,e come dimensione la sua indipendenza e libertà di giudizio. Il vero artigiano non ha padroni, ma committenti che richiedono la sua specifica competenza per la realizzazione di un’ idea. Il suo operare si sviluppa in autonomia: l’artigiano sa cosa e come fare, sa organizzare e decidere. Il lavoro dell’artigiano, a differenza di quello del dirigente che organizza e delega, consiste nel mettere a frutto le proprie conoscenze teoriche e pratiche; ciò lo porta ad incarnarsi nel lavoro stesso: ogni opera è una scommessa sulle proprie abilità, costituisce sempre e comunque un’assunzione di responsabilità e quindi di rischio; si regge sulla consapevolezza e sulla fiducia nelle proprie capacità.

Ecco tutta la pienezza e la particolare DIGNITA’ di essere artigiani: voglia di fare innanzitutto, fiducia in se stessi e nel proprio valore, ma anche sete di libertà che può portare a sfidare l’oceano. Una sfida non sempre facile, non certo oggi, vista l’attuale situazione economica di chi lavora e produce. In questo senso l’opera vuole essere un messaggio di speranza e di incoraggiamento. La DIGNITA’ è di ogni persona e di ogni mestiere; ma, nel caso dell’artigiano che dal punto di vista esistenziale ed etico pone il proprio lavoro come presenza forte nella vita, il termine assume un particolare spessore: egli non è sottoposto ad un orario di lavoro stabilito da altri, quindi se c’è un problema da risolvere toccherà a lui stare sveglio la notte. L’artigiano gioca sempre da protagonista, non può essere svilito e ridotto a mero esecutore senza cessare di essere artigiano.

Quando il lavoro è dignitoso e concorre a rendere dignitosa la vita, sicuramente consente di avere il TEMPO (significato a ) di apprezzarne i frutti: non si vive per lavorare ma si lavora per vivere, certo, si dovrebbe avere il tempo da poter dedicare a sé e a ciò che dà sapore alla vita: esserci per la propria famiglia, coltivare il proprio orto, coltivare se stessi, perchè mai si finisce di crescere e migliorare. Perchè ciò avvenga bisogna saper sfondare la rete dei mille artigli che rischia di imprigionare il lavoro dell’artigiano, riducendolo a semplice merce.

Questo sta facendo il personaggio centrale dell’opera: è un uomo o una donna, tra le mani uno strumento atto a riparare un altro strumento; tenta di uscire da una gabbia che rappresenta tutto ciò che imprigiona e affligge: le condizioni a volte dure del lavoro; il gravame di un sistema di tassazione spesso esoso; oggi, lo spettro della crisi, la disoccupazione.

Egli guarda avanti, al futuro; questa è la sua DIGNITA’, forte del già fatto, e fatto bene; guarda avanti e riesce a liberarsi con forza e vigore dalla rete che sembra volerlo trattenere, fiero di saper manipolare la materia e farne oggetti di pratico utilizzo. E’ il simbolo del mestiere dell’artigiano in questa nostra epoca.

Nell’opera è infatti inscritta la storia dell’artigianato dalle origini, attraverso il presente fino a preconizzare un futuro in cui, grazie ad un felice ricongiungimento col nostro passato, riscopriremo e saremo in grado di apprezzare le cose e le persone autentiche, quelle che non mentono.

Ecco che l’apparente tridimensionalità dell’opera comprende e sviluppa in realtà anche la quarta dimensione, il TEMPO (sign. b) che accompagna e scandisce il nostro divenire. Come dire che l’artigiano è esistito fin dagli albori della civiltà, esiste tuttora e, costante nella sua essenza, esisterà fino alla fine del TEMPO.

Tutto questo è contenuto nell’opera di Gianluigi Barcarolo che accoglie i visitatori alla Sede dell’Associazione Artigiani di Schio.

L’autore ha riversato nell’opera le sue poliedriche abilità artigiane mediante la manipolazione dei quattro elementi fondamentali : acqua,aria,terra, e fuoco, dando prova di possedere una buona preparazione e di essere artigiano a tutto tondo; ma Barcarolo ha fatto di più: ha pensato l’opera prima di realizzarla, e prima di decidere quali materiali utilizzare si è chiesto il perché, ha cioè riflettuto sul significato dell’opera e, prima di darle una forma, le ha dato il contenuto.

Ora, se è vero, come dichiara lo stesso Barcarolo, che la realizzazione è dell’artigiano mentre l’idea è dell’artista, bisogna riconoscere che in questo caso idea e realizzazione appartengono alla stessa persona. Difficile dunque credergli quando si definisce “un artigiano tra gli artigiani”:certo il mestiere non gli manca, è senza dubbio un artigiano colto ed esperto, ma questa è arte.

Manuela Borriero e Giannico Gasparella

 

 

 

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